mercoledì 30 dicembre 2015

SDL CENTROSTUDI: PIERO CALABRÒ REPLICA A "IL FATTO QUOTIDIANO"

Riportiamo di seguito la replica del Dott. Piero Calabrò a Il Fatto Quotidiano, in merito all'articolo  "Sdl Centrostudi, la società che dice di difendere dall’usura vuol censurare blog di ex cliente scontenta".

piero calabrò
Dott. Piero Calabro 
Carissimo Direttore,

credo, innanzitutto, di dover continuare a darti del “tu”, evitando ipocrisie che contrasterebbero con le battaglie condotte insieme nel nome della Legalità e con la stima che ho per il tuo giornale, del quale sono un assiduo lettore. Proprio per questo mi permetto di chiederti la pubblicazione di questa lettera contenente precisazioni di varia natura attinenti l’articolo “SDL Centrostudi, la società che dice di difendere dall’usura vuol censurare blog di ex cliente scontenta” firmato da Luigi Franco e pubblicato il 27.11.2015. Premetto che è ben lungi dalle mie intenzioni “censurare” la libera stampa, della quale tutti abbiamo un enorme bisogno, però credo che, proprio perché “libera”, ogni pubblicazione dovrebbe anche essere in un certo qual modo “completa” e, soprattutto, non preconcetta e aliena da contenuti diffamatori. In tale ottica, penso che ai Vostri lettori potrebbero, ad esempio, interessare le reali ragioni della mia scelta di accettare la presidenza di SDL Centrostudi.

Anziché scrivere che si è trattato di “una mossa di sicuro effetto sul piano dell’immagine” (in tal modo sanzionando il tutto come una mera operazione di facciata e dipingendo implicitamente il sottoscritto come un soggetto disposto a prestarsi a questo intervento di puro maquillage), da un pacato colloquio con me avreste potuto apprendere, a titolo meramente esemplificativo, che in poco più di un mese di operatività :
  • ho già deliberato il cambiamento pressochè totale del management aziendale;
  • ho messo in campo una squadra interdisciplinare di esperti guidata da un rappresentante dell’Associazione Nazionale dei CTU (i Consulenti Tecnici d’Ufficio dei Tribunali), che ha prodotto una nuova perizia “giuridico econometrica” idonea a venire incontro, con le 216 possibili soluzioni elaborate, a qualunque parametro, criterio e interpretazione legale e giurisprudenziale, evitando le negative ricadute di possibili cause perse;
  • ho condotto e sto conducendo, in tutt’Italia, incontri con avvocati e collaboratori di ogni livello di SDL, allo scopo di verificare eventuali problematiche nel rapporto con clienti e consumatori e sollecitare l’adozione di pratiche e comportamenti improntati all’etica ed alla corretta esplicazione di un servizio delicato e, per certi aspetti, connotato da condizioni di incertezza legate all’assenza di uniformità nelle decisioni dei vari Tribunali interessati dal contenzioso contro le banche.
Quanto a quest’ultimo aspetto, credo di poterne essere buon testimone essendo il magistrato che, dopo ben 40 anni di giurisprudenza contraria della Corte di Cassazione, nel 1999 elaborò e depositò, com’è noto, la prima sentenza di merito (n.507/1999) che dichiarò illegittimo l’anatocismo (il calcolo degli interessi sugli interessi) operato fino ad allora uniformemente da tutte le banche italiane.
Probabilmente, però, tutto ciò non è idoneo a “fare notizia” o forse - mi perdonerai se formulo un pensiero insidioso- l’unica notizia appetibile sarebbe quella, invero trita e ritrita, dell’esistenza di un contenzioso riguardante il blog di tale Deborah Betti, peraltro tutt’ora sub judice e per il quale potrei utilizzare la metafora calcistica secondo la quale chi è in vantaggio alla fine del primo tempo eviti prudentemente di brindare prima di conoscere il risultato finale della partita (Milan-Liverpool ne è stato l’esempio eclatante).

Quando, poi, lo sviluppo di tale non-notizia è preceduto da una immagine contenente il titolo “Truffa Contrattuale”, comprenderai che il preteso scopo informativo è, a mio parere, ampiamente surclassato da un evidente intento diffamatorio.

Avendo, peraltro, incamerato dopo 36 anni di magistratura la dote della pazienza, credo di poter evitare il ricorso all’inflazionato uso della querela e di poter essere ancora disponibile a far conoscere a chiunque (compresa la stessa Deborah Betti, ma dubito che possa essere davvero intellettualmente disponibile a ciò) il nuovo corso di SDL e la prospettiva che potrà dare a chi, come i piccoli e i medi imprenditori ma anche le famiglie in difficoltà, oggi si trova nella condizione di dover subire dal sistema bancario comportamenti illeciti o, quantomeno, oppressivi.

Quanto al “libero blog” di Deborah Betti, nessuno intende operare censure di qualsivoglia natura: chiedere all’autrice di non diffamare un’azienda che dà lavoro a migliaia di persone e professionisti credo, però, sia ben altro e sia quantomeno doveroso, così come utile sarebbe, per i suoi lettori, apprendere dell’inutilità e della non attualità di espressioni denigratorie riguardanti persone che, oggi, non ricoprono più incarichi operativi in SDL.

Suggerisco, a tale proposito, a chi volesse fare del vero giornalismo d’inchiesta di porsi il quesito sulla non usualità di un simile modus operandi e sulla possibile esistenza di altre recondite motivazioni e di possibili altri ed interessati suggeritori : nel mio piccolo lo sto già facendo e, abusando nuovamente della metafora calcistica, credo di poter pronosticare … “risultati clamorosi”, dei quali vi terrò sicuramente edotti.
Con immutati affetto e stima

Piero Calabrò


BREVE NOTA SULL'AUTORE

Il Dott. Piero Calabrò, nei suoi 36 anni come magistrato, è sempre stato dalla parte dei diritti dei più deboli: ma c’è chi lo conosce anche per il suo impegno pubblico e per avere fondato nel 1994 la squadra di calcio Nazionale Italiana Magistrati, che ha raccolto circa 6.000.000 di euro donandoli alla ricerca medico-scientifica a fondazioni come Telethon, Anffas, Libera, Fondazione Exodus e ADMO. 

Sempre in prima linea nella difesa dei cittadini e delle famiglie è celebre per avere ottenuto la prima sentenza italiana contro l’anatocismo bancario che dopo circa 40 anni di sentenze negative della Corte di Cassazione, contribuì in modo determinante a invertire detta tendenza e a sanzionare come illegittimo il comportamento delle banche.

Dopo 36 anni di carriera in magistratura, Calabrò intende mettere la propria esperienza al servizio di altri settori, quale quello che contraddistingue l’attività di SDL Centrostudi, operando in modo tale da imporre al sistema bancario il pieno e incondizionato rispetto delle regole.


SDL CENTRO STUDI 

SDL Centrostudi è una giovane startup nata proprio dall’esigenza di far emergere il fenomeno poco conosciuto delle anomalie finanziarie nei rapporti tra banche, imprese e famiglie, di informare i cittadini offrendo tutela e preanalisi gratuite del proprio stato debitorio con gli istituti di credito. 

Nata nel 2010 dall’esigenza di far emergere il fenomeno poco conosciuto delle anomalie finanziarie nei rapporti tra banche, imprese e famiglie ha come intento di informare il soggetto interessato di quanto si possa verificare a suo danno nell’ipotesi di ritardo nei pagamenti, offrendogli una tutela in quanto parte contrattuale più debole. 

Il complesso delle analisi preliminari effettuate da SDL Centrostudi, dalla sua costituzione ad oggi, è stato di oltre 170.000, con specifici approfondimenti sulle anomalie bancarie nei contratti di conto corrente. Allo stato attuale, sono pendenti più di 19.000 posizioni, stragiudiziali e giudiziali, di cui oltre 400 definite.

Usando il form si possono porre domande. Numero verde 800189808


Sito Web: Sdlcentrostudi.it

2 commenti:

  1. Visto che il dottore pietro calabrò è cosi trasparente e ci tiene alle migliaia di persone che lavorano in SDL mi restiusca i soldi truffati alla mia di famiglia,disoccupato con un mutuo da pagare.Sono circa 3000 le invio l'iban? Novelli Roberto Roma

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  2. Caro Novelli, però i soldi per pagare il mutuo lei ce li ha? MI sembra uno strano modo di ragionare. Invece di sparare a zero perché non descrive nei dettagli la sua situazione: siamo tutti ansiosa di consocerla. E vedremo se si tratta veramente di truffa (nel qual caso invece di scrivere in un blog, lei potrebbe semplicemente rivolgersi a un giudice). Troppo facile così.

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