LA TRIBUNA
MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 201
TREVISO. Presentato venerdì a Treviso, dalle 14,30 all’Auditorium Sant’Artemio, il primo rapporto nazionale sull’usura praticata dalle banche. Si tratta di un’analisi dei dati (il campione è rappresentato da chi si è rivolto all’associazione che ha condotto lo studio) su un fenomeno ancora troppo sconosciuto in Italia: le illegalità nei rapporti tra alcuni operatori bancari, parabancari, mediatori creditizi e finanziari e imprenditori, privati consumatori e famiglie. Lo studio è condotto da Sdl Centrostudi.
La prima parte della ricerca si focalizza sul campo dei contratti di conto corrente aziendale per l’utilizzo dei servizi bancari e fondamentalmente del credito di esercizio. Si tratta di 46.887 Conti Correnti in capo a 14.000 imprese, per un complesso di 125.000 unità di occupati. Le fenomenologie studiate riguardano l’usura oggettiva, l’usura soggettiva e l’anatocismo nei valori dei trimestri. Secondo lo studio emerge un fenomeno, “imponente e devastante” sottolineano gli autori.
«Il 99% dei conti correnti presentano anomalie il 71% presenta usura (tassi di interesse superiori alla soglia di usura), ogni 100 euro pagati alla banca per “commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito” un’alta percentuale non era dovuta sul campione l’84% delle aziende sono ancora attive e possono salvarsi dalla crisi «In estrema sintesi, sottolineano da Sdl, «la crisi finanziario-economica, mentre provoca acuta sofferenza nelle famiglie e nelle imprese, attiva inaccettabili comportamenti di “business sulle difficoltà”, con aggressioni al patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo dell’Italia».
«Il 99% dei conti correnti presentano anomalie il 71% presenta usura (tassi di interesse superiori alla soglia di usura), ogni 100 euro pagati alla banca per “commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito” un’alta percentuale non era dovuta sul campione l’84% delle aziende sono ancora attive e possono salvarsi dalla crisi «In estrema sintesi, sottolineano da Sdl, «la crisi finanziario-economica, mentre provoca acuta sofferenza nelle famiglie e nelle imprese, attiva inaccettabili comportamenti di “business sulle difficoltà”, con aggressioni al patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo dell’Italia».
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