Accade ancora nell'Italia dove chi è forte se la prende con i più deboli. Ha ricevuto per sbaglio una cartella di oltre 300mila euro, ma per potersi difendere ha dovuto anche pagare un legale. E in primo grado il giudice aveva dato ragione ad Equitalia! Rischiando di vedersi pignorate auto e casa.
Proprio così: nonostante l'errore fosse di Equitalia e lui non centrasse nulla con quella cartella, in primo grado, nel 2015, la sentenza del giudice ha dato ragione a Equitalia e alla Direzione territoriale del lavoro di Milano
RESA NECESSARIA UN'ALTRA SENTENZA PER CHIARIRE L'ERRORE DI EQUITALIA
Gjok Sogja ha impugnato la sentenza impugnata e in secondo grado, il 21 novembre, la Corte d’Appello di Milano sezione Lavoro e Previdenza ha ribaltato il giudizio, riconoscendo l’irregolarità nel recapito postale della cartella.
Cancellata la maxi-multa, il 49enne ha tirato un sospiro di sollievo. E ora Equitalia dovrà anche pagare le spese processuali che ammontano a oltre 10mila euro.
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Gjok Sogja ha impugnato la sentenza impugnata e in secondo grado, il 21 novembre, la Corte d’Appello di Milano sezione Lavoro e Previdenza ha ribaltato il giudizio, riconoscendo l’irregolarità nel recapito postale della cartella.
Cancellata la maxi-multa, il 49enne ha tirato un sospiro di sollievo. E ora Equitalia dovrà anche pagare le spese processuali che ammontano a oltre 10mila euro.
I problemi - spiega oggi il Giornale di Monza iniziarono il 20 maggio 2014, quando il sig. Sogia si è visto recapitare tramite posta nella sua abitazione una cartella di Equitalia, su incarico della Direzione provinciale del lavoro di Milano, di 327.788,43 euro. Una cifra da capogiro.
“Non sapevo dove sbattere la testa e ho temuto davvero di finire in mezzo alla strada con la mia famiglia”, si sfoga.
All’inizio non poteva credere ai propri occhi: si ritrovò con casa e auto pignorate, e il rischio di perdere tutto.
La cifra faceva riferimento a un’ordinanza di ingiunzione, che risale al 23 febbraio 2011, della Direzione Territoriale del Lavoro di Milano, inviata per posta alla sua precedente abitazione e destinata a un’impresa edile di cui lui è stato legale rappresentante fino a sei anni fa. “Ma adesso io non c’entro più nulla con quella ditta”, spiega. Ha presentato ricorso contro la maxi-sanzione.
La cifra faceva riferimento a un’ordinanza di ingiunzione, che risale al 23 febbraio 2011, della Direzione Territoriale del Lavoro di Milano, inviata per posta alla sua precedente abitazione e destinata a un’impresa edile di cui lui è stato legale rappresentante fino a sei anni fa. “Ma adesso io non c’entro più nulla con quella ditta”, spiega. Ha presentato ricorso contro la maxi-sanzione.
Della cartella, però, il 49enne non sapeva niente. Ed è proprio per il fatto che non aveva mai ricevuto la prima notifica inviata nella precedente abitazione che si è rivolto a un legale e ha presentato ricorso contro la cartella e il pagamento della maxi-sanzione, chiedendo che venisse annullata.
A seguirlo in questa battaglia contro Equitalia l’avvocato Alessandro Frigerio del Foro di Monza. La difesa nel corso dell’iter processuale si è battuta mettendo in risalto l’irregolarità della notifica dell’atto.
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Una case history di successo. A dieci anni dall’insorgere della peggiore crisi economica dal Dopoguerra a oggi, si moltiplicano i casi di cittadini, consumatori e piccole e medie imprese (PMI) alle prese con problemi di liquidità ingenti causati da usura e anatocismo bancario, interessi moltiplicati di cartelle esattoriali che lievitano costantemente, e debiti costanti e crescenti con dipendenti e fornitori. Situazioni contingenti che paiono spesso insormontabili e irrisolvibili, ma che possono essere gestite con successo ricorrendo a procedure e sistemi offerti dai vigenti ordinamenti legislativi di cui, però, poco si parla.
Con il duplice effetto di mantenere attivi sul mercato soggetti economici capaci di fare business e creare lavoro e opportunità anche verso terzi, evitando al contempo atti drammatici quali il ricorso alla morsa del suicidio per imprenditori, artigiani, commercianti e utenti alle prese con debiti soffocanti e stringenti dai quali non sembra più esserci alcuna via di scampo, così come spesso troppe volte, purtroppo, le cronache hanno raccontato e documentato in questi anni difficili ancora in corso. E’ così che, nel 2010, è nata a Brescia da questi presupposti ‘SDLCentrostudi Spa’ (www.sdlcentrostudi.it), azienda italiana leader di settore negli ambiti connessi alla tutela, crescita e risparmio di persone e aziende alle prese con gravi difficoltà economiche, personali e commerciali.
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Oltre 150.000 persone assistite in 7 anni, 407.943 pre-analisi gratuite effettuate sulle condizioni economiche di consumatori e soggetti in difficoltà, e ben più di 65.000 perizie effettuate su conti correnti e rapporti bancari in essere di privati e imprese strappati alla finanza spregiudicata messa in atto da finanziarie e istituti di credito di vario genere: tutti numeri che, nel complesso, hanno permesso sino a oggi di recuperare somme illecite sottratte agli italiani da Fisco, Equitalia, erario e banche per un totale complessivo di circa 240 milioni di euro.
Risultati incredibili che fanno ben sperare anche per il futuro, resi possibili grazie a un’efficace rete distributiva dei servizi di consulenza economico-sociali erogati capillarmente sul territorio da ‘SDL Centrostudi Spa’, che annovera tra i propri professionisti anche 300 avvocati in tutta Italia specializzati in recupero dei crediti non dovuti e in procedure di riorganizzazione dei debiti privati e professionali, per consentire alle persone vessate da problemi economici di rimettersi correttamente in carreggiata, rinascendo dunque a nuova vita anche sul lavoro.
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