giovedì 8 febbraio 2018

38 BANCHE BOCCIATE SU TUTTI I FATTORI DI RISCHIO: VEDIAMO CHI SONO

La crisi finanziaria, che così tanti danni ha fatto, ha avuto almeno qualche vantaggio? Uno sicuramente: le banche italiane sono state costrette ad affrontare in modo sistematico e organico il problema dei Non Performing Loan, noti anche come crediti deteriorati. L’operazione è stata talmente efficace che, secondo quanto risulta da uno studio dell'Area studi Mediobanca, su 414 banche analizzate, solo 38 nel 2016 sforavano tutti i parametri di rischio. È probabile che salvataggi e aggregazioni abbiano dimezzato il numero degli istituti di credito che non hanno superato il test nel 2017.


Sono stati presi in considerazione quattro parametri: il Texas ratio, che mette in relazione i crediti non performanti con il patrimonio netto tangibile. Se il valore di tale rapporto è superiore a 100 significa che le perdite potenziali sugli NPL sarebbero in grado di azzerare l’intero capitale. Il secondo parametro analizzato è il cost/income ratio, che valuta il rapporto fra costi e ricavi. Il terzo parametro riguarda la percentuale di NPL rispetto al totale degli impieghi. Se è superiore al 20%, l’istituto deve ancora impegnarsi per diminuire la quota. Le banche più colpite sono quelle di piccole dimensione, che magari hanno meno NPL ma che incidono maggiormente nei bilanci. Infine, è stato misurato il rapporto tra i crediti deteriorati netti e il cet1 (parametro patrimoniale di vigilanza).

38 LE BANCHE BOCCIATE SU TUTTI I FATTORI DI RISCHIO

Tirando le somme, 191 banche - il 46,1% del totale - passano il test a pieni voti; 87 (21%) sono rimandate in una materia; 35 (8,5%) in due; 63 (15,2%) in tre e 38 sono “bocciate” su tutti e quattro i fattori di rischio (9,2%).

Fra le 38 banche a rischio troviamo alcuni nomi noti, come Carige, che è stata coinvolta in una ricapitalizzazione d'urgenza a fine 2017, e Veneto banca e Popolare di Vicenza, le due Popolari venete finite in liquidazione coatta e “salvate” l'anno scorso da Intesa-SanPaolo. Etruria, Banca delle Marche e CariChieti sono rimaste in black list per gli Npl, anche dopo il bail-in. L'altra banca del quartetto, CariFerrara, ha solo un parametro “buono” - cost/income del 55% -, ma a fine 2016 aveva ancora un Cet1 negativo. 


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