martedì 11 ottobre 2016

IL RITORNO DELL'ANATOCISMO

L’anatocismo bancario, la pratica che consente ad una banca di calcolare interessi su interessi di mora nei conti correnti, è stato reintrodotto dalle nuove regole in vigore dallo scorso primo ottobre. Era dal gennaio del 2014 che una norma aveva vietato alle banche di produrre questo tipo di interessi. Con le modifiche del primo ottobre, però, ciò che era stato abolito neanche due anni fa, tornerà dalla finestra. Perché se è vero che, anche con le ultime modifiche, almeno in teoria c’è bisogno di un accordo in tal senso tra istituto bancario e cliente, se l’accordo non c’è scattano interessi di mora molto consistenti. Ed ecco dunque tornare l’anatocismo bancario che credevamo morto.



L’articolo 3, terzo comma, del Decreto Ministeriale Applicativo sancisce inoltre che «nei rapporti di conto è assicurata la stessa periodicità, comunque non inferiore a un anno, nel conteggio degli interessi creditori e debitori. Gli interessi sono conteggiati al 31 dicembre di ciascun anno e, comunque, al termine del rapporto per cui sono dovuti; per i contratti stipulati nel corso dell’anno, il conteggio è effettuato il 31 dicembre corrente o di conto di pagamento».

In estrema sintesi, cosa cambia per i clienti degli istituti? Al 31 dicembre di ogni anno verranno conteggiati gli interessi passivi maturati su un prestito o un mutuo (questo anche per i contratti iniziati in corso d’anno). A quel punto, il debitore avrà di fronte a sé due alternative. O s’impegnerà a corrispondere quegli interessi entro 60 giorni, oppure ne autorizzerà l’addebito sul proprio conto corrente. In questo secondo caso gli interessi si aggiungeranno al capitale e scatterà appunto l’anatocismo: a partire dal primo marzo successivo (ovvero alla scadenza del termine massimo di 60 giorni), cominceranno a maturare gli interessi sugli interessi.

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