mercoledì 30 dicembre 2015

AVV. BIAGIO RICCIO: INTERVISTA A SETTIMANALE "VERO"

L’intervista a seguito di un importante convegno che si è tenuto in data 23 Ottobre 2015 a Napoli presso l’Hotel Excelsior cui Fondazione SDL ha aderito ed intitolato Il Favor Debitoris nel Diritto Bancario, dove è stato effettuato un primo bilancio della legge 108/96 a quasi 20 anni dalla sua entrata in vigore ed è stata inoltre inaugurata l’Associazione Favor DEBITORIS.


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Dalla parte dei consumatori. 
Sopra tutti i correntisti bancari, parti debili che, in certi casi, si trovano strozzate da tassi d'interesse troppo alti. Questo è il biglietto da visita dell'avvocato Biagio Riccio. Autore di numerose pubblicazioni, esperto id diritto fallimentare e societario, il legale ha ottenuto importanti risultati in tema di usura e anatocismo bancario. In questi giorni nasce il sito Internet di Favor Debitoris, l'associazione di cui è fondatore. Lo abbiamo incontrato.

IL 95% DEI CONTI NON È CORRETTO

Avvocato, quali sono i numeri dell'usura e dell'anatocismo bancario? 

"Secondo un report pubblicato dalla fondazione SDL, addirittura il 95 percento dei contratti di conto corrente esaminati presenterebbero tassi usurari. Già nel 1999, la stessa Banca d'Italia ha dovuto prendere atto che tutte le banche praticavano l'anatocismo (la produzione di interessi da altri interessi, resi produttivi, sebbene scaduti o non pagati, su un determinato capitale, ndr), che è un espediente raffinato. Poi sono arrivati il decreto salva banche e la reintroduzione dell'anatocismo come pratica legale. Così gli istituti ancora oggi calcolano gli interessi con tassi usurari".

In questo senso, che cosa può fare un'associazione?

"La nostra è una scelta etica prima che culturale, che nasce nell'alveo di un impegno costante che mi ha visto difendere sempre la parte più debole della relazione processuale in questi vent'anni di professione. Abbiamo coinvolto anche diverse fondazioni, da SDL Centrostudi fino a Interessi Comuni. Ogni giorno sentiamo il grido di dolore dei vessati dalle banche che, in forza di crediti che si rivelano essere usurari, si vedono notificare decreti ingiuntivi e vengono segnalati alla Centrale Rischi della Banca d'Italia. E si vedono revocare linee di credito: così si crea quella irreversibile crisi di liquidità che comporta diversi fallimenti aziendali". 

Quali sono in concreto le iniziative che proponete? 

"Noi sosteniamo che deve essere riformato il Testo unico, che raccoglie tutte le leggi in tema di diritto bancario, in modo che preveda espressamente la possibilità che la banca sbagli. E, in questo caso, previo accertamento giurisdizionale, l'istituto deve essere punito con una sanzione pari al triplo del valore della segnalazione, salvo il maggior danno".


"IL PROCESSO? SOLO COME EXTREMA RATIO"

Qual è la peculiarità professionale che contraddistingue un avvocato? 

"L'avvocato, in primo luogo, è un mediatore che deve comporre il conflitto. garantendo la massima assistenza. Il giudice è la extrema ratio: bisogna, in qualsiasi caso, arrivare a una transazione per non inflazionare la macchina giudiziaria con procedimento troppo onerosi e pesanti. Ritengo che anche i colpevoli, indifendibili, debbono avere tutela. In qualsiasi circostanza si deve trovare una soluzione per il proprio assistito, anche riconoscendo la colpa per un ravvedimento, se è il caso. Così il danno si limita e si rende un servigio alla comunità e al cliente".

Ci spiega per quale motivo ha deciso di svolgere questa attività? 

"Ho sempre avuto la propensione a trovare soluzioni, anche in caso assai complessi e articolati. Confesso altresì, di essere piuttosto vanitoso: mi piace parlare in contesti pubblici. Un'arringa mi diverte e mi esalta allo stesso tempo . Il potere e il fascino della parola richiamano la persuasione, l'arte di convincere: l'avvocato è in primo luogo un attore che deve ammaliare chi decide".

Il nostro processo penale è caratterizzato da un modello di tipo accusatorio, in cui il difensore del cittadino indagato o a processo può ricorrere anche alle indagini difensive. Che ne pensa? 

"Con la riforma del Codice di procedura penale si è passati dal modello inquisitorio a quello accusatorio, e a mio avviso questa è stata una grande conquista. Ne occorrono altre due: la divisione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti e la mitigazione della carcerazione preventiva". 

E se non avesse fatto questo mestiere? 

"Avrei fatto il giornalista. Amo moltissimo scrivere. Leggo cinque quotidiani al giorno e adoro la prosa di Indro Montanelli: in sessanta righe diceva tutto.  

In questo momento piuttosto difficile per l'Italia, qual è la notizia che, più di tutte, le piacerebbe leggere sui giornali? 

"Mi piacerebbe vedere in giro meno povertà e miseria. In questo Paese non c'è più la classe media, la borghesia che ci ha trainato per anni. Stiamo diventando più poveri. E, come se non bastasse, abbiamo sempre meno fantasia imprenditoriale". 







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