mercoledì 26 agosto 2015

BANCA E CITTADINI: IL CREDITO NEL RISPETTO DELLA LEGGE

I sei minuti di presenza dell'imprenditore Mario Bortoletto durante la trasmissione Ballarò, nei quali è avvenuto un confronto con Luigi Abete, hanno fatto comprendere, ai più attenti, il clima sempre più teso tra il potere dei banchieri e i rappresentanti del mondo produttivo dell'Economia reale. La battaglia di un imprenditore veneto, una testimonianza di chi ha vinto le ingiustizie che, quotidianamente, la piccola imprenditoria e i cittadini ignari subiscono nei rapporti contrattuali con il "potente" ceto bancario ha fatto emergere il nervosismo che regna in questo periodo nel Palazzo del potere. 

Sono la conferma le affermazioni del banchiere "le Banche sono Impresa" e "tutelano il risparmio" omettendo che l'esercizio dell'attività bancaria prevede anche l'erogazione del credito e il rischio d'impresa, il tutto nel rispetto della Costituzione e chiosa affermando che le Banche hanno ottenuto più risorse del necessario. Emerge che le imprese "Banca" ricevono soldi dalla Bce con l'impegno di erogare credito, ma ciò non avviene perché vengono acquistati Bot con rendimenti negativi - sottolineo negativi - che erodono il capitale investito. Di fatto, non erogando credito, al sistema economico-produttivo reale, oltre che eludendo il dettato costituzionale e la deontologia imprenditoriale in quanto non si assume il rischio d'impresa, i soldi - come conferma Mario Bortoletto nel suo intervento - continuano essere dati a chi non abbisogna. L'artigiano, il piccolo imprenditore o il professionista che si vedono rifiutati il credito, continuano ad aumentare la loro presenza nei loculi cimiteriali. In questo frangente viene chiesto da Franco di Mare al cavalier Abete: se Steve Jobs fosse nato in Italia avrebbe ottenuto lo stesso credito come negli Stati Uniti, dove è riuscito divenire un leader dell'imprenditoria mondiale? 

Purtroppo, all'Italica maniera, si è evitata al risposta. In questi minuti di trasmissione è avvenuta la conferma della miopia del settore bancario nel sostegno alla piccola imprenditoria italiana (asse portante dell'economia) che, sommata alle politiche economiche europee devastanti prodotte dalla classe politico-dirigenziale, ha condotto il Paese Italia all'occupazione da parte delle multinazionali e ha condotto ad una lenta e costante povertà l'intera cittadinanza. Il piccolo imprenditore e il cittadino, però, non gettano definitivamente la spugna: infatti sono state scoperte irregolarità e illeciti perpetrati dalle Banche negli anni e aumentano sempre più cause per usura bancaria e crescono le sentenze favorevoli ai clienti. L'usura bancaria è divenuta un fenomeno all'attenzione della Magistratura, i contenziosi tra imprenditori e istituti si moltiplicano e mettono alla prova i giudici soggetti alle pressioni ambientali delle banche, per difendersi da un nuovo avversario: il cliente, soprattutto la piccola imprenditoria aumenta il suo bagaglio di conoscenza del diritto bancario. In questo momento buio, una luce si è accesa. La consapevolezza del cittadino-imprenditore di comprendere che la "Banca Impresa" deve sì tutelare il risparmio ma, contemporaneamente, erogare il credito anche assumendosi dei rischi in un giusto rapporto tutelato dalla legge.




Autore della pubblicazione:
Michelangelo Brichese
Libero Professionista

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